Categoria di alloggio: tripla

Lev Sergeevič Termen

Lev Sergeevič Termen
San Pietroburgo, 15 agosto 1896 – Mosca, 3 novembre 1993

Lev Sergeevič Termen fu l’inventore del theremin, il primo strumento elettronico, famoso in tutto il mondo, e di molti altri strumenti elettronici oggi purtroppo dimenticati.

Dopo aver studiato fisica e astronomia, insieme al violoncello, si trasferì da cittadino sovietico negli USA dove brevettò il theremin e lo fece conoscere con dimostrazioni pubbliche in tutto il territorio statunitense.

Continuò a costruire strumenti elettronici al Conservatorio di Mosca fino a quando, nel 1967, a seguito di un articolo sul New York Times che rivelava la sua seconda vita in URSS – in America era stato dato per morto – tutti gli strumenti da lui costruiti furono distrutti e gettati in discarica.
Nel 1992, poco prima di morire all’età di 97 anni, i nuovi strumenti che aveva ricostruito con pazienza furono nuovamente distrutti da ignoti che violarono il suo laboratorio, insieme a gran parte del suo archivio.

La Termen è arredata in stile modernista con mobili anni ’40. Il letto è matrimoniale, con la possibilità di aggiungere un letto supplementare, per soggiorni di tre persone. Dalla finestra si può vedere l’abitato storico di Pianello di Genga e le verdi colline circostanti.

Amir Khusrow

Patyiali (oggi Uttar Pradesh), 1253 – Delhi, 1325

Di padre persiano e madre indiana, Amir Khusrow fu un personaggio eclettico che si dedicò sia alla vita ascetica che alle arti poetiche e musicali.

Studioso e musicista indo-persiano, mistico sufi e discepolo spirituale di Niẓāmuddīn Awliyāʾ a Delhi, è noto perché introdusse all’interno della musica classica indiana alcuni elementi appartenenti alla musica araba e persiana.
Padre del genere del khayal e tarana, fu un poeta di corte per ben 7 sultani musulmani di Delhi.
A lui è attribuita l’invenzione della Tabla e del Sitar.

La Khusrow può avere un letto matrimoniale o due letti singoli, è possibile inoltre chiedere un letto aggiuntivo, per soggiorni di tre persone. Dalla finestra si gode la vista del cortile e del boschetto di fronte Casa Djenga, che a noi piace chiamare bosco fattucchiero, per via degli olmi.